Fotografia computazionale: cos’è e come funziona

Vi sarà capitato di sentir parlare di “fotografia computazionale”. Ma in cosa consiste esattamente, e che miglioramento può portare nelle nostre immagini? 

La fotografia computazionale è un insieme di tecniche e algoritmi, anche molto diversi tra loro, che potenziano notevolmente le capacità di una fotocamera, migliorando la qualità d’immagine o espandendone le possibilità: il tutto fatto in modo automatico o semi-automatico, lasciando al fotografo l’aspetto più creativo e artistico della fotografia ma riducendo le difficoltà tecniche. 

Negli ultimi anni la fotografia computazionale ha abbandonato gli studi di post-produzione dei fotografi per arrivare direttamente negli smartphone che si utilizzano ogni giorno.

Le potenzialità di questo tipo di tecnica sono note da tempo, ma solo con l’intensificazione dell’uso delle fotocamere degli smartphone, piuttosto che di macchine fotografiche professionali, il suo utilizzo si è diffuso anche nella quotidianità: dai semplici selfie agli scatti panoramici mozzafiato. Conoscerne il funzionamento diventa quindi fondamentale per ottenere i migliori scatti possibili dal proprio telefono.

La definizione più generica di fotografia computazionale indica gli scatti che si ottengono quando una macchina fotografica utilizza dei software di elaborazione grafica per superare i limiti del proprio hardware. In passato, questa espressione indicava la post-produzione della foto, cioè l’utilizzo di uno specifico software e un computer per elaborare lo scatto e ottenere il risultato desiderato.

La fotografia computazionale esegue un editing immediato

L’hardware da superare nel caso dei telefoni è quello di sensore e obiettivo, mentre l’intelligenza artificiale applicata alle fotocamere permette di ottenere foto stupende grazie alla potenza dell’elaborazione grafica dei sofisticati software. Nel caso delle fotocamere degli smartphone, la promessa della fotografia computazionale risiede tutta nella possibilità di eseguire l’editing dello scatto istantaneamente. L’intelligenza artificiale associata alla fotocamera del telefono riduce il rumore, sfrutta al meglio la luce e restituisce in tempo reale uno scatto dove l’editing automatico è stato già applicato per ottenere il miglior risultato possibile.

Le fasi dello scatto di una foto digitale sono sostanzialmente due: l’acquisizione dell’immagine, che è una componente fisica che dipende dall’hardware usato, e l’elaborazione grafica, che dipenderà dal tipo di software a disposizione. Durante la fase fisica, il sensore e l’obiettivo della fotocamera raccolgono la luce, registrando l’immagine grezza la cui qualità dipende da fattori come le dimensioni del sensore, la velocità dell’otturatore e ancora la lunghezza focale.

La fotografia computazionale migliora la qualità dell’immagine

La seconda fase, invece, è quella che riguarda l’elaborazione grafica istantanea da parte del software associato all’hardware. Si tratta di programmi che sfruttano diverse tecniche che cambiano da produttore a produttore, ma soprattutto oggi si basano sempre più sull’utilizzo di una intelligenza artificiale, che consente di creare scatti suggestivi. Questa seconda fase è particolarmente importante per gli smartphone, dove i limiti della fotocamera sono evidenti e collegati all’impossibilità

di inserire all’interno della scocca del telefono i sensori o gli obiettivi più grandi e performanti.

Tradotto in soldoni, la fotografia computazionale esiste perché esistono gli Smartphone. Questi apparecchi  non avevano altra scelta se non quella di dare vita a un nuovo tipo di fotografia, la fotografia computazionale, appunto.

Il fatto è che la fotografia è una tecnologia in continua evoluzione e lo sarà sempre. I migliori fotografi sono sempre stati quelli che rispettano e comprendono il passato, ma sono anche felici di abbracciare il futuro.

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