
Dalla seconda metà dell’ 800 in poi la fotografia consentì di produrre testimonianze visive sullo stato delle cose e sugli avvenimenti.
Questa possibilità del tutto nuova contribuì a modificare il modo di raccontare e divenne elemento di supporto di studi geografici, sociologici ed antropologici.
Divenne un mezzo di denuncia delle pesanti emarginazioni sociali, con lo scopo di modificare le condizioni di vita delle categorie più disagiate.
Nel secolo successivo la fotografia si trasformò in un fenomeno di massa e costituì un moderno sistema di comunicazione.
Il Foto giornalismo nacque alla fine degli anni ’20.
Nella seconda metà dell’800 esistevano già alcune riviste illustrate.
Le immagini erano ricavate da originali disegnati attraverso complessi procedimenti di incisione e stampa.
Successivamente il problema fu risolto con lo sviluppo della fotoincisione.
Dalla lastra fotografica veniva prodotta una matrice di stampa con l’ausilio della luce, e l’ inserimento del retino permise di unire immagini e testo.
Nel 1904 l’ americano Ruber inventò il moderno sistema di stampa offset che consiste nel trasferire l’immagine su una matrice in caucciù che una volta inchiostrata restituisce l’impronta alla carta.
Un contributo importante all’ introduzione delle immagini sulla stampa fu dato da uno dei padri del foto giornalismo americano Joseph Pulitzer che nel 1883 comprò il World quotidiano di NY.
Nel 1903 The National Geographic stampò un’ immagine con la tecnica della mezzatinta ed ebbe così successo che il direttore iniziò a mandare fotografi in ogni parte del mondo.
Negli anni 20 la tendenza a pubblicare le fotografie sugli organi di comunicazione si affermò definitivamente.
In particolare modo in Germania dove la tradizione della stampa era fortemente radicata, e fu proprio questo paese che diede maggior risalto alla nascita del Fotogiornalismo.
Inoltre la nascita di nuovi apparecchi di piccolo formato contribuì al passaggio definitivo dalla posa alla istantaneità, dando ai giornalisti la possibilità di seguire gli avvenimenti da vicino in tutti i tipi di condizione.
Queste nuove macchine piccole e maneggevoli, sostituirono i cavalletti, potevano essere comodamente tenute in mano e consentivano rapide velocità di otturazione fin ad 1/1000 di sec.
Uno tra questi apparecchi che cambiò letteralmente il modo di fotografare fu la Leica che usava una pellicola di 35 mm usata per le riprese cinematografiche .
I grandi fotografi non si staccarono più da essa, tenendola costantemente in tasca e nel palmo della mano al momento del suo utilizzo.
Bresson la definì “il prolungamento dell’occhio umano che permetteva di fermare l’istante decisivo.
Tra i primi a fornire stabilmente immagini alle testate giornalistiche fu il berlinese Erich Salomon: nel febbraio del 28 riprese di nascosto un processo per omicidio
Il suo lavoro fu considerato uno scoop e da quel momento la sua presenza divenne fondamentale ad ogni incontro politico di alto livello.
Fu così che Salomon lasciò un’ ampia documentazione del suo tempo.
Nel ’31 usci un suo lavoro intitolato “ Contemporanei famosi in momenti di relax” ritratti informali di politici e diplomatici in pose poco ortodosse.
Felix Man fu un altro pioniere del foto giornalismo.
Il suo pensiero riguardo al Fotogiornalismo era questo: gli scopi del fotogiornalista sono simili a quelli dello scrittore, solamente usa la macchina fotografica al posto della penna. Lo scrittore che lavora per un quotidiano si specializza in un argomento, mentre il fotogiornalista deve sentirsi a proprio agio in ogni campo( arte, letteratura, scienza, politica…). Deve fare il suo lavoro sul campo, mentre lo scrittore può farlo nel confort di casa sua sulla base di appunti presi prima e terminarlo con la sua immaginazione. Ma il fotografo deve avere le qualità di un giornalista, di un reporter e di un artista allo stesso tempo.Inoltre si è spesso detto che la macchina fotografica registra l’ esistente ma non tutti sanno vedere l’esistente e una mente creativa saprà utilizzare il piccolo occhio di vetro in modo del tutto diverso, ottenendo un risultato che non può essere paragonato alla semplice apparenza ottica.
Sviluppò l’ uso delle sequenze e una delle sue storie più importanti fu la documentazione di una giornata di Mussolini.
Per la prima volta il capo del fascismo non venne visto nelle sue classiche pose ma in immagini naturali durante la sua quotidianità.
Nel frattempo l’ungherese Stefan Lorant era diventato capo del giornale Munchener e sotto la sua brillante direzione il giornale riuscì a triplicare il numero di copie vendute.
Oltre a Man molti altri fotografi beneficiarono dei servizi richiesti dal giornale .
L’ idea di Lorant era che la macchina dovesse essere usata come un taccuino per seguire gli avvenimenti.
Lo stile della rivista si impose oltre che in Germania anche in Svizzera ed in Francia.
L’ attività giornalistica in Germania subì un’ interruzione improvvisa con l’ avvento del nazismo ed una parte dell’esperienza tedesca fu trasferita in Inghilterra e negli Stati Uniti.
Nei primi anni 30 a New York Henry Luce cominciò a studiare il progetto di un nuovo settimanale : Life.
Il concetto di Luce rispetto alla sua rivista era quello di FAR CONOSCERE LA VITA, VEDERE IL MONDO ED ESSERE TESTIMONI OCULARI DEI GRANDI EVENTI.
LIFE PORTAVA NELLE CASE UNA REALTA’ CHE I LETTORI NON AVEVANO MAI VISTO PRIMA.
“EXPIRIENCED” ERA LA PAROLA CRUCIALE: UNA GRANDE FOTO NON CONSISTE SOLO NEL VEDERE , RICHIEDE UNA RISPOSTA EMOTIVA.
La sua filosofia era” SIAMO SEMPLICEMENTE MA COSTANTEMENTE AVVINTI DALLA VITALITA’ CON CUI LA GENTE VIVE, SIANO I GRANDI O I PICCOLI I FAMOSI O GLI OSCURI SONO COSTORO E QUESTE VITE CHE CERCHIAMO DI COGLIERE CON LE IMMAGINI E LE PAROLE CON CALORE COMPRENSIONE ED AMMIRAZIONE.”
Anche la tecnica di ripresa si modificò definitivamente, con le piccole Leica si abbandonò il cavalletto e i flash per scattare in luce ambiente.
Lo stile di Lorant fu accettata in tutte le tesate giornalistiche compresa appunto quella di Life.
Queste riviste segnarono l’ inizio del moderno sistema di comunicazione.
Raccontarono i grandi eventi come le guerre, ma anche la realtà di paesi e popoli sconosciuti e la vita quotidiana in tutti i suoi aspetti.